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La TIPICITA': cosa è, perchè e come conservarla
   
Cosa è la tipicità? Perchè e Come va conservata e valorizzata?
   
 Per tipicità intendiamo un insieme unico di caratteristiche fisiche, attitudinali, culturali e civili sia di un singolo individuo sia di un gruppo umano, insieme solitamente dipendente da una matrice genetica circoscritta e da una prolungata residenza in un territorio con una specifica tipologia geo-climatica.
  Sul pianeta Terra ci sono almeno 5000 gruppi umani (o nazioni) considerati ‘tipici’, vale a dire con un territorio, una storia, una civiltà che, soprattutto a livello di vita popolare, sono considerati diversi da tutti gli altri.
 La Tipicità è una immensa ricchezza per tutta l’umanità perché produce un grandissimo numero di originali variazioni sostanziali, funzionali ed estetiche di prodotti alimentari , artigianali, musicali, letterari che costituiscono graditissimo oggetto di conoscenza e fruizione per qualsiasi essere umano.
 Ma la Tipicità è anche un grandissimo aiuto alla crescita armonica della personalità dei singoli individui che hanno la fortuna di nascere in un gruppo umano ‘tipico’.
   
  Perchè la Tipicità?

  Se gli uomini sono diversi una ragione c'è.
  Le caratteristiche psicofisiche della persona umana sono varie decine (somatiche, fisiologiche, temperamentali, cognitive, espressive, produttive, esperienziali…) e le diverse combinazioni a cui danno origine, nelle loro gradazioni, sono migliaia di miliardi: ogni individuo è diverso dall’altro.  Il sogno dell’uomo unico ideale, ‘cosmopolita’, è irrealizzabile, poichè non esiste nessuna possibilità che una persona, al di là dell’aspetto fisico, sia in grado di fare tutti i mestieri, tutti gli sport, essere simpatica a tutti, produrre e godere di tutti i tipi di cibo, artigianato, arte, musica eccetera. 
  La Bibbia stessa ci aiuta a capire questi inoppugnabili fatti, affermando che Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza: ma poiché Dio è infinito e l’uomo è limitato, è evidente che Egli dà a ogni uomo soltanto quello che egli può contenere, vale a dire una parte infinitesima delle sue qualità, che sarà limitata ma costituisce una combinazione irripetibile di alcune caratteristiche divine. Anche per questo la religione cristiana prescrive il massimo rispetto per tutte le persone comprese quelle apparentemente più insignificanti.   
  Queste considerazioni sono comprovate dalle opere di singole persone, come gli artisti e gli inventori, ciascuna delle quali esprime alcune qualità eccezionali, ma valgono anche per le originali creazioni collettive, comunemente definite ‘arti e tradizioni popolari’ che variano da popolazione a popolazione. Tutto il patrimonio creativo popolare della Terra (dal mosaico al batik, dalla danza folkloristica al teatro dell’O, dal cotechino al sushi, dal kilt al barracano, ad esempio,…) per continuare ad esistere non può basarsi soltanto sulla attività, magari industrializzata, di singoli individui (come animali di specie in estinzione in uno zoo) ma deve coinvolgere, in ogni gruppo, tutta la popolazione che vi deve investire risorse sufficienti a garantire la produzione continuativa e non forzosa di tutti i prodotti e le attività ‘tipici’: il mantenimento attivo di un ‘genotipo’ biologico e culturale richiede una comunità di almeno mezzo milione di persone che continuino a consumare i loro prodotti tipici nella vita di tutti i giorni. 
  E’ chiaro che il Creatore ha affidato a ciascuno di noi il compito di incarnare, conservare e migliorare una parte irripetibile di questo meraviglioso patrimonio dell’umanità a proprio vantaggio ma anche per renderlo disponibile a tutti. Un compito meritorio e di cui andare fieri e che è semplicissimo assolvere: basta lasciarsi crescere nel territorio dove si è nati assorbendone l’essenza (con l’assunzione continuativa di cibi e bevande tradizionali del proprio territorio e la frequente immersione nel suo ambiente naturale e storico) , cioè diventando un abitante tipico di un territorio tipico.   
 
  E’ questo il senso profondo della salvaguardia della diversità dei popoli, anche molto piccoli, che stupidamente gli ‘illuminati’ continuano a voler annullare (a proposito, non sarà che questi fanno i globalizzatori multiculturali proprio perché sono le persone più anonime, banali e, in realtà, confusionarie che la Natura ha prodotto?).  
   
La Tipicità del tuo territorio è quindi un bene prezioso per tutta l’umanità.
Ma la Tipicità è un bene molto importante anche per i singoli individui.

  La tipicità aiuta a far nascere e a crescere positivamente la personalità individuale. L’essere umano per vivere bene, ma soprattutto per crescere bene ha bisogno di essere inserito, oltre che in una famiglia, in un gruppo umano ‘consonante’, che non può che essere piccolo, molto unito e omogeneo sul piano culturale. Per evitare equivoci, è il caso di chiarire che non è questo il caso delle grandi comunità nazionali occidentali, troppo vaste, disgregate e oramai culturalmente confuse da invadenti flussi di informazioni ‘dissonanti’.
  Consonanti sono invece le piccole ‘nazioni’ (da 500.000, come le vecchie province, fino a 2 milioni di abitanti, come le regioni) che continuano a mantenere salda la propria identità.
  Chi nasce in un territorio di questo tipo ha in dote, oltre alla base fisica, temperamentale ed intellettuale dei suoi genitori (35%), molte altre caratteristiche comportamentali e culturali (20%) tipiche del territorio in cui risiede che gli permettono, al raggiungimento della maggiore età, di essere una persona completa in grado di affrontare, con la sua vera personalità, tutte le problematiche della vita sociale e civile.
  Due sono gli elementi portanti di questo processo formativo del territorio: la salute e la socialità.   Fondamentale infatti è l’apporto salutistico della tipicità, poiché i prodotti e cibi tipici di un territorio sono di gran lunga i più indicati per il nutrimento degli abitanti dello stesso sia sul piano organolettico sia per la brevità del percorso dal campo alla tavola.
  La comunanza esclusiva di usi, costumi, lingua (in cui è importante anche l’uso del dialetto) permette poi, in ambiente ‘consonante’, di avere una familiarità con i propri simili che fornisce al singolo individuo riferimenti e criteri per valutare se stesso e acquisire un proprio ruolo nel gruppo. Il giovane che si nutre, invece, della informazione e frequentazione sociale di massa (spesso solo per via telematica) non capirà mai bene se stesso né il suo habitat né tantomeno altri territori in cui volesse trasferirsi e rischia fortemente di scegliere modelli di vita (a cominciare da un cosmopolitismo astratto, confusionario e superficiale) non consoni che ne segneranno negativamente tutta la vita.

  In sintesi, la tipicità Ti permette di interloquire con il tuo prossimo, di muoverti con sicurezza e crescere bene nel tuo ambiente naturale. Quando avrai raggiunto la maggiore età avrai tutto il tempo, se vorrai, di cambiare.

 

 NB. VEDI anche la pagina  'Tipicità e Globalizzazione'
 
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