Il nome ‘brodetto’ può trarre in inganno e far pensare che si tratti di una pietanza liquida, in realtà lo stesso nome diminutivo (correttamente interpretato) dice che il brodo in effetti è poco ed assomiglia più a un intingolo, mentre invece notevole è la massa solida di vari tipi di pesce. Resta il fatto che questa è una pietanza cotta in umido e come tale mantiene ed esalta tutti i sapori dei pesci e dei condimenti utilizzati (sempre vino o aceto e pepe nero).
In una regione come il Friuli che ha vari tipi di coste, anche i brodetti di pesce di mare sono diversi nelle tre località cui fa capo l’attività di pesca regionale: Trieste (costa rocciosa), Grado (costa sabbiosa) e Marano (laguna).
Il ‘brodeto a la triestina’ viene preparato tradizionalmente con pesci piccoli (‘minutame’), molluschi (vongole) e crostacei (canocchie) e quindi a fine cottura ha un aspetto piuttosto uniforme. Si usa anche il pomodoro. Si serve con fette di pane o di polenta gialla abbrustolite.
Il ‘boreto a la graisana’ invece propone solo pezzi di pesce di maggiori dimensioni tra cui (accanto a cefalo, coda di rospo, orata o branzino), non manca mai il rombo che lo caratterizza. Si cucina ‘in bianco’, vale a dire senza pomodoro, e si serve con polenta bianca.
Il ‘boreto a la maranesa’ è il più complesso e, in definitiva, il più saporito. La preparazione avviene in due parti. Nella prima si realizza un brodo cremoso ottenuto dalla bollitura di ghiozzi gialli di laguna ( caratteristici di questo piatto), scorfani, gamberetti o schile la cui parte solida viene eliminata con lo scolino. Nella seconda parte della cottura si aggiungono al denso brodo ottenuto pezzi di pesci più grandi come cefalo-bosega, coda di rospo, polpo, anguilla. Non si usa pomodoro. Si serve con polenta gialla.
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